Negli ultimi anni le previsioni meteo stanno divenendo sempre più corrette, ma siamo ben lontani dall’assoluta precisione. Statisticamente, in Italia, una previsione per le 24h successive ha il 65% di possibilità che si realizzi, e già per una previsione a 48 ore la percentuale scende ad appena il 40%. In realtà queste percentuali potrebbero essere molto più alte se si cambiasse il modo di fare le previsioni: esistono circa venti modelli matematici, ma le previsioni dei giornali, tv, radio e siti meteo, si basano interamente su un unico modello previsionale. Il modello per eccellenza è GFS, il primo ad essere stato creato dagli americani molti anni fa e ancora oggi l’unico ad essere preso in considerazione dal 75% delle tv e siti meteo; il restante 25% è diviso tra il modello europeo ECMWF e l’altro modello americano ETA. Da queste statistiche si evince che non tutti seguono lo stesso modello e questo crea spesso una netta differenza previsionali tra un sito meteo, che usa ad esempio GFS, e un altro che usa ad esempio ECMWF, generando confusione al lettore. Abbiamo già ribadito che il modello americano è quello più usato, ma non sempre è quello più preciso e molto spesso è uno degli ultimi a capire come si disporranno le figure bariche nei giorni successivi; emblematico è l’esempio proprio per questa Pasqua, Gfs, al contrario delle Eta, è stato uno degli ultimi a calcolare che la perturbazione riuscirà ad interessare la Sardegna tra venerdì e sabato santo. La soluzione per avere previsioni molto più precise e identiche tra i vari siti meteo e tv, è quella di fare una media tra tutti i venti modelli matematici; paradossalmente, quasi tutti i siti meteo fanno questa media, ma questo viene fatto pubblicando lunghi articoli che analizzano un po’ tutte le ipotesi previsionali esistenti; purtroppo solo il 5% delle persone legge questi articoli, il restante cerca soltanto il proprio comune di interesse e guarda le previsione automatiche, quelle appunto basate su un unico modello meteo. Proprio le previsioni automatiche dovrebbero essere invece quelle più precise perché appunto più controllate dalle persone; invece proprio i vari “simboletti” che si riscontrano in tv, giornali e siti meteo, per indicare il tempo in una località, sono molto spesso sbagliati.
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