mercoledì 4 gennaio 2012

Il non inverno 2011 e la possibile svolta dalla metà di gennaio







L’anno appena trascorso sicuramente non verrà ricordato come un anno con molta pioggia, molto freddo e nevicate a quote basse; dal primo gennaio al 31 dicembre 2011, ben poche irruzioni fredde sono giunte sulla nostra isola, ma anche sull’intera penisola e raramente, se non per brevi momenti, la neve ha potuto imbiancare le colline e qualche tratto pianeggiante. Come ben ricorderete ben altra cosa era stato il 2010, non solo in termini di freddo, ma anche di pioggia e neve che, a fasi regolari colpirono tutta Italia. Le cause che hanno reso il 2011 così avaro di precipitazioni e di freddo sono sostanzialmente due: l’intensità del vortice polare e le alte pressioni, che mai hanno abbandonato il continente europeo.



Prima di addentrarci sulle conseguenze dell’intensa velocità del vortice polare e sulle alte pressioni, è bene spendere due parole su di loro. L’alta pressione o anticiclone è indice di bel tempo; quando un campo di alta pressione giunge sul nostro territorio, i venti si placano, le nubi si disgregano e il sole domina quasi sempre incontrastato. Il vapore acqueo presente nell’aria non riesce a salire verso l’alto, poiché l’anticiclone inibisce i movimenti dell’aria; in questo modo il vapore acqueo non incontrando l’aria fredda presente ad alte quote non si condensa e non genera nessuna nuvola. Sotto il dominio dell’alta pressione inoltre, anche in alta quota, molto raramente refoli d’aria fredda riescono a penetrarlo. Al contrario, in un campo di bassa pressione, l’aria è spinta dal basso verso l’alto e l’aria fredda è attirata al suo interno; grazie a questi due fondamentali fattori, il vapore acqueo non avrà problemi a salire verso l’alto, scontrarsi con l’aria fredda e dare così origine alle formazioni nuvolose e ai vari tipi di precipitazione. Il vortice polare non è altro che una grandissima zona di bassa pressione che gira su stessa da ovest verso est; maggiore sarà la forza centrifuga, maggiore sarà l’elevazione di latitudine, al contrario, minore sarà la velocità con cui ruota, maggiore sarà la possibilità che le basse pressioni scendano di latitudine. Durante l’autunno e l’inverno, la pioggia che arriva sulla nostra penisola, giunge grazie al nastro trasportatore del vortice polare, che rallentando e scendendo di latitudine, porta ad intervalli regolari, un treno di perturbazioni in tutto il continente. Nel corso di quest’autunno però, il vortice polare ha continuato e continua tutt’ora a viaggiare a gran velocità ad alte latitudini e su di noi, solo raramente, sono giunte precipitazioni e qualche refolo d’aria fredda. L’alta pressione delle Azzorre poi non aiuta di certo le cose; ricoprendo la Francia occidentale e l’intera Spagna, fa da barriera alle poche perturbazioni che riescono a scendere di latitudine, spingendole in adriatico e soprattutto nei Balcani. Per questo motivo nel corso di ottobre e novembre, le poche precipitazioni avute provenivano da est, da oriente, unico varco scoperto, in cui i fronti perturbati potevano senza troppe difficoltà giungere sul Mediterraneo. Nel corso di dicembre il vortice polare ha iniziato a far intravedere i primi segnali di crisi e rallentando ha permesso la prima irruzione artica della stagione; fortunatamente, anche se la direzione è rimasta sempre abbastanza orientale, sempre a causa della disposizione semipermanente dell’anticiclone delle Azzorre nella penisola iberica, le precipitazioni e il freddo sono stati tali da regalare fiocchi bianchi in diverse zone dell’isola fino a quote di bassa collina. Dal 20 di dicembre, data della prima irruzione, si sono susseguite altre discese fredde, ma sempre a causa dell’alta pressione, queste hanno continuato a prediligere le regione adriatiche e soprattutto i Balcani. Ecco che, giunti ai primi di gennaio, i modelli meteo continuano a prevedere per altri 7 giorni discese fredde orientali, con la prossima perturbazione che lambirà l’Italia, portando un deciso, ma momentaneo abbassamento delle temperature, qualche nevicate negli Appennini e cieli azzurri sulla nostra isola. La Sardegna è senz’altro una delle regioni italiane, insieme al nord ovest, più svantaggiate in termini di freddo e precipitazioni a causa dell’avvicinanza con il mostro anticiclonico. La possibile svolta però potrebbe non essere così lontana: infatti, secondo gli indici tele connettivi, tra circa dieci giorni il vortice polare rallenterà bruscamente e come un fluido che rimane attaccato nella parte alta di una sfera a causa dell’alta velocità, con l’improvviso rallentamento, tenderà a scendere sempre più verso il basso. In concomitanza con questo evento, l’alta pressione dovrebbe finalmente abbandonare le aride terre spagnole e volare verso nord, lasciando l’intera Europa occidentale, Italia compresa, in balia delle perturbazione e delle imminenti discese di aria gelida. Mancano ancora diversi giorni da questo scenario, ma tornerò ad aggiornarvi nei prossimi giorni.



Nella giornata di domani le previsioni dettagliate per la festività dell’epifania.