martedì 10 agosto 2010

Il clima è cambiato



Il classico titolo “ IL clima sta cambiando”, oltre a non essere più originale, è inesatto, perché possiamo benissimo affermare che il clima è cambiato.

Aprendo un qualsiasi giornale, le notizie dall’estero sono in maggior parte dedicate al clima, che sta provocando ingenti danni e vittime in diverse parti del mondo:come scritto e spiegato in articoli precedenti alla base di una formazione temporalesca, ma anche dei monsoni,uragani, tornadi e via dicendo, c’è lo scontro tra l’aria calda e l’aria fredda e aumentando uno di questi elementi ( in questo caso il caldo) il contrasto tra le due masse sarà maggiore, creando un aumento della pioggia, dei fulmini e del vento, rendendo cioè il temporale violento. L’anomalia climatica più eclatante rilevata nelle ultime settimane è senza dubbio il gran caldo che sta investendo la Russia e l’Europa orientale, la bolla calda africana risale incontrastata dalla Grecia fino alle steppe russe incendiandole e portando le temperature a valori di 15 gradi superiori alla media del periodo; si può parlare senza mezzi termini dell’anticiclone africano, lo stesso che ogni anno ci regala notti insonne e soprattutto nel 2003 ci portò una dell’estati più calde e secche di sempre, che ha portato quest’anno un gran caldo per quasi tutto il mese di luglio, e pensate un po’, se è singolare che questo anticiclone rimanga troppi giorni qui nel Mediterraneo, pensate l’eccezionalità della bolla calda africana in pieno territorio russo. Altro fenomeno strettamente legato al caldo russo sono i temporali che i giorni precedenti si sono formati nell’Europa centrale, a causa dello scontro di due masse d’aria completamente differenti, le correnti umide e fresche atlantiche e il forno russo, che ha provocato la formazione di enormi celle temporalesche, scaricando al suolo centinaia di millimetri d’acqua, moltissimi danni e purtroppo 15 morti tra la Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Ormai è normale, a fine estate, assistere ad alluvioni che puntualmente colpiscono il centro Europa, la zona madre del clima temperato, che sembra ormai mutato ad un clima tropicale e la causa di tutto rimane sempre una: l’aumento del caldo e quindi dei contrasti tra masse d’aria differenti.

Il gran caldo investe anche le zone che da sempre hanno avuto un clima tropicale e i monsoni si sono ulteriormente potenziati, portando ancora più devastazioni e vittime; è di pochi giorni fa la notizia che un violento monsone ha portato ingenti danni e più di 150 morti in India e Pakistan, alluvioni si registrano anche in Cina e il bilancio supera anche qui le cento vittime. Sabato si è staccato dalla Groenlandia il più grande Iceberg degli ultimi 50 anni, grande 4 volte Manhattan. È innegabile che la temperatura terrestre stia aumentando, ma si sta registrando un estremizzazione sia del caldo, sia del freddo; in Brasile e in generale nell’America del Sud, sta nevicando in zone solitamente temperate, portando quelle zone tropicali a vivere uno degli inverni più freddi di sempre. Non dobbiamo dimenticare che l’Europa, tra la fine di gennaio e fino a marzo, ha vissuto uno degli inverni più rigidi degli ultimi trent’anni, in certe zone del Nord Europa il mare vicino alla costa e nei porti si è ghiacciato.

Il clima del mondo ha sempre mutato e senz’altro continuerà a farlo, se ci sia o meno il contributo dell’uomo in quest’estremizzazione del tempo non possiamo esserne certi, la cosa evidente è che in natura sembra non esistere quasi più una via di mezzo, o caldo o gelo, o siccità o alluvione.

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