mercoledì 7 luglio 2010

Quando esisteva l’anticiclone delle Azzorre




La scienza ancora oggi è divisa sul riscaldamento globale, o come meglio è noto a tutti, l’effetto serra: oggi io non voglio parlare strettamente di questo argomento, ma di uno, che a mio avviso, gli è strettamente legato, la scomparsa in sede mediterranea dell’anticiclone delle Azzorre.



Prima di enunciarvi il problema spiego brevemente che cosa è l’anticiclone e precisamente quello delle Azzorre: un anticiclone è un campo di alta pressione, quando si è sotto un anticiclone le giornate sono serene o al più poco nuvolose, perché lo scambio di calore tra l’aria calda del suolo e quella fredda dell’aria è ridotta ai minimi o nulla.



Il nostro anticiclone regalava in estate giornate ben soleggiate e con temperature che raramente superavano a Cagliari i 31-32 gradi e in certe mattine le temperature, nelle prime ore della giornata, scendevano leggermente al di sotto dei 20°; dopo metà agosto questo emigrava sempre più verso sud lasciando “scoperto” prima il nord, poi il centro e infine il sud Italia dalle scorribande nuvolose provenienti dall’atlantico. Con il passare delle settimane iniziavano in tutto il paese le prime piogge ben distribuite, cioè quelle che bagnavano l’Italia da nord a sud isole comprese.



Come avrete già notato l’anticiclone delle Azzorre è per l’Italia di vitale importanza non solo in estate, ma per la distribuzione delle piogge in autunno e anche in primavera.



Negli ultimi anni però l’anticiclone delle Azzorre è diventato sempre meno protagonista nel Mediterraneo, sembra quasi che dopo tanti millenni di duro lavoro abbia deciso di andare in pensione, o forse sarebbe più corretto dire, di trasferirsi da un’altra parte e lasciare il suo lavoro ad un collega ben più caldo e anche un po’ irrequieto, chiamato l’anticiclone africano.



Nelle ultime estati si è registrato un aumento di temperatura notevole in tutto il Mediterraneo; quest’anno località interne della Sardegna hanno superato i 45° e tutte le località sarde hanno superato i 40°. Anche la direzione del vento è cambiata: quasi non si ricordano più le belle maestralate che per giorni imperversavano l’intera Sardegna facendo registrare, anche in piena estate, un drastico calo della temperatura. Quest’anno ci son stati pochissimi giorni di maestrale, il vento dominante è stato lo scirocco o al più il levante, che rendevano l’aria molto umida e facevano aumentare la sensazione di calore. Un altro fattore che in molti avrete notato è quello della temperatura del mare; da luglio l’acqua non è mai stata fredda e questo è dovuto al forte soleggiamento delle acque e all’elevata temperatura che per giorni e giorni ha riscaldato la superficie marina.



Ecco spiegato il primo aggettivo dato prima all’anticiclone africano “CALDO” il secondo è stato“IRREQUIETO” ed il perché eccolo spiegato:



Oltre ad aver sconvolto le temperature massime e minime, questo anticiclone, non contento, ha cambiato completamente la distribuzione delle piogge nel nostro paese aiutato niente po po di meno che, udite udite, proprio dall’anticiclone delle Azzorre; ho detto prima che i venti dominanti in queste ultime estati son stati quelli provenienti da sud che portano un drastico aumento dell’umidità dell’aria, che sommato alle elevate temperature del nostro mare, creano i presupposti a forti temporali marittimi non appena un refolo di aria fredda entra in sede mediterranea. Questi temporali possono nascere o in mezzo al mare o sotto costa dando vita a immense nubi temporalesche capaci di scaricare 300 millimetri e più di acqua in pochissime ore, di far alzare il vento fino a forza 8-9 e di far abbattere nel suolo centinaia di fulmini. Qualcuno forse riterrà che ho scritto una situazione estrema e invece sono episodi non dico quotidiani ma ormai molto frequenti, come ad esempio un temporale formatosi sotto costa, il 22 ottobre scorso, che portò accumuli nei monti di Capoterra di oltre 400 millimetri o ancora come pochi giorni fa in Calabria, quando un temporale autorigenerante ha scaricato più di 700 millimetri di pioggia, oltre 250 il giorno prima nella Sardegna orientale. Ogni qualvolta arriva una perturbazione c’è sempre il rischio che quei grandi e violenti temporali che si formano in mare arrivino sulla terra ferma.



A proposito di perturbazioni: molti di voi avranno in mente quelle belle grandi bande nuvolose che dall’atlantico discendevano in Inghilterra, poi Spagna e Francia e infine colpivano tutta Italia regalando due o tre giorni di piogge moderate, pochissime volte violente, che bagnavano gli assetati campi dopo una lunga estate;ebbene,se pensate così, siete proprio arretrati, non seguite la moda. Ora esistono le gocce fredde, diciamo meglio le insidiose gocce fredde: cosa sono? Immaginate un vortice che gira su se stesso con un moto antiorario e procede da ovest verso est con un punto fisso al centro e tutto intorno temporali di grosse e medie proporzioni che si rigenerano in continuazione per più giorni; una stessa località può essere raggiunta nell’arco di una sola giornata da 5-6 temporali di moderata o forte intensità che danno precipitazioni talvolta molto abbondanti come quelli scritti sopra, questi vortici sono insidiosi ma piccoli, non colpiscono tutta Italia ma solo una parte e anche dove colpiscono generano le cosiddette precipitazioni a macchia di leopardo, cioè un po’ qua un po’ là, insomma mal distribuite: queste gocce fredde nascono dalla discesa di correnti fredde che dalla Scandinavia percorrono il mediterraneo nel suo bordo più occidentale, ossia nelle coste spagnole e incontrando aria molto più calda e soprattutto umida generano nello stretto di Gibilterra queste gocce che si formano in quel triangolo formato dallo stretto di Gibilterra, Spagna e Marocco; da qui risalgono, colpiscono le Baleari e si dirigono quasi sempre verso la Sardegna e l’Italia meridionale fino al mar Ionio. Come potete notare soprattutto il sud e le isole vengono interessate da queste precipitazioni, il centro e soprattutto il nord devono aspettare le perturbazioni atlantiche, ed è per questo che negli ultimi anni piove prima e maggiormente al sud e isole che al nord: insomma la circolazione si è invertita. Le perturbazioni esistono ancora e continuano a scorrere sempre con il loro moto da ovest verso est ma il tutto è spostato verso nord, le nubi arrivano in Inghilterra, Francia del nord e Germania del nord, più a sud,almeno in questo periodo dell’anno non riescono a scendere proprio perché il nostro vecchio alleato, ma ormai possiamo definirlo il nostro nuovo nemico, l’anticiclone delle Azzorre, è posizionato nel cuore dell’atlantico e blocca qualsiasi perturbazione che tenti di entrare nel mediterraneo. Ormai questo grande blocco dell’oceano atlantico ha cambiato l’intera circolazione degli scambi d’aria dell’Europa: se prima avvenivano da ovest a est ora ci sono da nord a sud o viceversa, creando situazioni molto particolari in inverno, quando da temperature molti miti per il periodo portate dal vento africano, si passa a temperature rigide portate dai venti del grande nord, precisamente Groenlandia e polo nord.



La scienza, come ho detto all’inizio di questo articolo, non sa se i cambiamenti climatici siano da attribuire all’uomo o se, come sempre è accaduto in passato, la natura stia mutando il clima terrestre: è comunque evidente che in sede mediterranea un importante cambiamento c’è stato e questo è innegabile.



scritto il 25-9-2009

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