venerdì 9 luglio 2010

I Temporali termo-convettivi e la sua previsione


I temporali termoconvettivi o di calore sono senza dubbio, insieme a quelli autorigeneranti, i più difficili da prevedere e per questo i più studiati tra gli appassionati nei mesi estivi.

L’obiettivo di ogni appassionato è quello di riuscire a capire, prima delle altre persone comuni, quando pioverà, magari andando contro, con le loro previsioni, a qualche meteorologo della tv; capita molto spesso che in televisioni le previsioni per la Sardegna mettano perennemente il sole e ogni giorno perennemente scoppiano dei temporali o al nord o al centro o nel sud dell’isola. Perché non vengono segnalati? Le considerazioni da fare sono due: la prima è che sia la epson e quindi mediaset, che l’aeronautica e quindi la rai, usano per le previsione un unico sistema matematico chiamato GFS; questo modello, non sempre perfetto, non analizza quasi mai i temporali termoconvettivi che si sviluppano nei monti di tutta Italia. L’altra considerazione è che queste celle si sviluppano con un regime di alta pressione, quindi di bel tempo e per questo motivo esse non hanno la forza di colpire vaste zone di territorio ed essendo così isolate non compromettono in generale il tempo di tutto il territorio indicato da quel simbolo. Per spiegarmi meglio faccio l’esempio della previsione su Cagliari: nelle previsione la nostra isola viene divisa in due o al massimo in tre zone, se un piccolo temporale isolato è previsto sui monti di Burcei e basta, non viene proprio segnalato perchè copre una piccolissima parte del territorio analizzato per quel simbolo. Solo negli ultimi anni con la nascita dei siti meteo è possibile avere una previsione dettagliata di ogni comune della Sardegna e questo è uno dei motivi del perché la meteo in tv è sempre meno seguita, avendo poco spazio non offrono un buon servizio.

Detto questo torniamo al tema principale del nostro articolo e cerchiamo di capire come si sviluppi un temporale di calore e come l’appassionato riesce a prevederne in che zona si svilupperanno. Abbiamo detto precedentemente che il modello utilizzato in tv è quello GFS e anche su internet, quasi tutte le previsioni, vengono fatte seguendo il modello americano, ma grazie a modelli matematici differenti si può capire quando è possibile che si sviluppi un temporale nelle nostre vicinanze. Ogni giorno, da fine aprile ad ottobre inoltrato, il sole riscaldando l’acqua fa evaporare grandi quantità di vapore acqueo, che infrangendosi nei crinali delle montagne, risale il monte fino alla cima; a questo punto a seconda dell’aria fredda presente in quota il vapore acqueo può condensarsi trasformandosi in nubi e temporali, maggiore sarà l’umidità e il freddo in cima, maggiore sarà la possibilità di avere lo sviluppo di un temporale. Il modello migliore che prevede i temporali di calore è il modello WRF, che analizzando diversi fattori come umidità, pressione, freddo in quota e vento, giusto per citarne alcuni, riesce quotidianamente a prevedere con esattezza molto soddisfacente il luogo, l’intensità e la durata del temporale. Una volta stabilità la località del temporale, il previsore o appassionato, deve analizzare che vento ci sarà per quell’ora in quota per capire se il temporale, previsto ad esempio nei monti del Serpeddì e Sette Fratelli, scivolerà verso ovest oppure verso sud est colpendo Cagliari; se il vento è previsto da N-NE ci sono possibilità, ma mai la certezza, che il temporale possa avvicinarsi e chissà forse colpire la città stessa. In questo momento l’appassionato è già in allerta, ma come spesso succede queste previsioni vengono fatte la notte prima e bisogna aspettare il giorno dopo per le ultime conferme; la mattina la previsione rimane invariata, ma nulla è ancora sicuro, perché una piccola modifica del vento può spazzare tutto di kilometri o il temporale può semplicemente e, aggiungo io tragicamente, sfaldarsi non appena lasciato le montagne e proprio per questo, le ultime cose che si guardano la mattina, sono la direzione del vento in quota e la potenza del temporale. Dopo le ultime previsione intorno alle nove e mezza i giochi sono ormai fatti e bisogna aspettare l’ora di pranzo per vedere che succede; verso le undici ecco i primi cumuli in sviluppo e verso mezzogiorno iniziano ad assumere un assetto omogeneo e più organizzato. Solo verso l’una e mezza – due si inizia a vedere la vera formazione temporalesca e verso le tre i primi tuoni sordi annunciano che il tempo sta ormai mutando; se il temporale colpirà o no la città, lascio a voi la scelta di immaginare quel che più preferite. L’appassionato continuerà ad analizzare il movimento di ogni singola nuvola per capire se davvero il temporale ci colpirà o se magari si sfalderà prima: comunque vada egli sarà contento perché anche se il temporale da lui previsto non dovesse effettivamente arrivare, avrà imparato qualcosa di nuovo, di questa scienza non perfetta e proprio per questa così amata da lui e da tante altre persone che dedicano alla meteorologia tempo e passione.

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