martedì 19 ottobre 2010

Le cause che portano ad un raffreddamento del clima





Come spiegato in precedenti articoli, il clima del nostro pianeta non è mai stato statico, periodi caldi si sono sempre alternati con periodi freddi. Nell’alto medioevo, in tutta Europa, il tempo era molto mite, i ghiacciai erano quasi del tutto assenti e molti popoli iniziarono a colonizzare nuove terre che prima erano ricoperte perennemente dalla neve; si coltivò sulle montagne e nacquero nuovi villaggi in Groenlandia. Nel 1300 però, il clima iniziò nuovamente a mutare, gli inverni si fecero più lunghi e rigidi, le estati più corte e meno calde; inizia da qui il periodo della PEG, acronimo di Piccola Era Glaciale, che colpì in particolare l’emisfero boreale tra il 1300 e il 1850. I secoli più freddi furono senza dubbio tra il 1500 e il 1800, dove le cronache ci raccontano dell’avanzata dei ghiacciai in montagna, del gelo perenne in Groenlandia e dei fiumi e porti gelati in numerose città Europee; molti popoli abbandonarono le terre più a nord ed emigrarono a sud, stessa cosa fecero tutte quelle persone che, negli anni più caldi dell’alto medioevo, si erano trasferiti in alta montagna.


Quali sono le cause che portano ad un raffreddamento terrestre? Oggi è possibile che capiti nuovamente?


Le cause che portano il clima a raffreddarsi sono diverse, i principali indiziati sono senza dubbio i vulcani, la corrente del golfo e il sole.


I vulcani in passato hanno spesso mutato in poco tempo il clima; questo perché le grandi eruzioni vulcaniche trasportano nell’atmosfera e nella stratosfera grandi quantità di ceneri e gas, facendo così da filtro ai raggi solari che, non arrivando più in grandi quantità sulla Terra per diverso tempo, portano ad un calo anche marcato della temperatura. I vulcani Tuba e Yellowstone in passato ricoprirono con le loro ceneri l’intero globo terrestre; in pochi giorni immense nubi di cenere arrivarono nella stratosfera e tutto il pianeta, per molti anni, calò nelle tenebre facendo registrare un calo della temperatura terrestre di 6 gradi. Il vulcano più grande del mondo è appunto quello statunitense di Yellowstone che secondo gli scienziati dovrebbe eruttare entro il 2076; ovviamente sono solo previsioni, ma il vulcano è attivo e sta continuando ad accumulare energia e prima o poi erutterà. Il secondo fattore che può mutare il clima terrestre è la corrente del golfo; questa nasce nelle calde acque del golfo del Messico e percorre tutto l’oceano Atlantico a grandi profondità salendo molto a Nord fino ad arrivare quasi in Groenlandia; da qui si divide in più tronconi, uno di questi risale in superficie tra la Spagna e la Francia mitigando un po’ tutto il clima dell’Europa occidentale, mentre il resto della corrente continua il suo tragitto mitigando il clima in tutto l’emisfero boreale. Alcuni scienziati stanno studiando una probabile diminuzione della corrente del Golfo e secondo certe previsioni questa dovrebbe arrestarsi nel giro di pochi anni portando un raffreddamento di 8-9 gradi in molte regioni Europee. La causa sarebbe da attribuire allo scioglimento dei ghiacciai: l’acqua dolce del ghiaccio fuso andrebbe a miscelarsi con le calde correnti messicane fino a bloccarle del tutto. Questa teoria è stata ripresa dal regista Roland Emmerich, nel film The Day After Tomorrow; per ovvi motivi cinematografici il mutamento climatico è arrivato in pochi giorni, mentre nella realtà sembrerebbe del tutto escluso un mutamento così repentinno e gli eventuali cambiamenti climatici sarebbero molto lunghi nel tempo. L’ultimo elemento, ma probabilmente quello che ci interessa di più, è il sole: la sua energia è essenziale per la vita sulla Terra e senza di esso, nel giro di pochi giorni, non ci sarebbe più alcuna forma di vita sul nostro pianeta. Fortunatamente, ancora per 5 miliardi di anni, la nostra stella continuerà ad illuminarci, ma l’intensità e l’energia che ci arriva non è sempre costante e questo ha creato in passato un raffreddamento nel clima terrestre; un ciclo solare dura 11 anni: i primi anni sono caratterizzati da una forte attività solare, mentre dal sesto fino all’undicesimo la sua forza è in costante calo fino a riprendersi subito con l’inizio del nuovo. Il ciclo 23° è terminato nel 2007 e da allora il 24° non è mai riuscito ad essere forte. Ancora oggi il ciclo è uno tra i più deboli che si sia mai registrato dal 1700 ossia da quando si studiano i cicli solari; la Nasa prevede molto debole anche il 25° ciclo, così sulla terra per molti anni arriverà molta meno energia con numerose conseguenze sul clima. Facendo una piccola ricerca si può ben notare come i decenni più freddi degli ultimi 300 anni siano risultati essere quelli in cui l'attività solare era molto bassa, mentre i decenni più caldi siano stati quelli in cui l'attiva solare era alta.


Negli anni sessanta entrambi gli emisferi ebbero degli inverni freddissimi, tanto è vero che per circa quindici anni la stampa mondiale scrisse di una possibile glaciazione negli anni futuri. In quel periodo ad esempio l’attività solare era molto bassa; gli studiosi di allora calcolarono che la CO2 (secondo molti scienziati oggi la maggiore responsabile del riscaldamento globale) insieme a molti altri gas industriali, dispersi nell’atmosfera, non permettessero ai raggi solari di arrivare in grandi quantità sulla terra, creando così un raffreddamento dell’intero pianeta. Negli anni 80 e 90 invece il sole ebbe dei cicli molto intensi e gli studiosi rovesciarono del tutto questa teoria, non pensando mai che il sole potesse influire in modo considerevole sul nostro clima; dal 2007 l’effetto serra mostra dei segni di crisi anche se i ghiacciai continuano a sciogliersi, ma in molte zone il clima sta già mutando e l’antartico ad esempio, che non ha mai avuto problemi di fusione dei ghiacciai, negli ultimi anni sta continuando a crescere. L’inverno 2009-2010 è stato particolarmente freddo in molte zone Europee e tra giugno e agosto nell’emisfero australe l’inverno è stato molto rigido e le previsioni indicano un inverno altrettanto rigido anche in Europa e Stati Uniti. Sempre più studiosi stanno abbandonando l’idea del Global Warning (effetto serra) e mostrano sempre più interesse sul sole, forse il vero responsabile di quasi tutti i mutamenti climatici; molti di loro hanno infatti calcolato che a causa del minimo solare che si toccherà i prossimi anni, dal 2011 al 2020, la Terra potrebbe affrontare un periodo molto più freddo degli ultimi trent’anni.


Come potete notare molti studi prevedono che nel prossimo futuro, per molteplici cause, il clima si raffredderà; tutto questo contrasta fortemente con gli studi sul Global Warning e sulle reali responsabilità dell'uomo sull'effetto serra. Bisogna certamente fermare gli agenti tossici delle industrie, principali responsabili di molte malattie sull’uomo che con i loro veleni hanno cancellato per sempre molti ecosistemi; ci vorranno invece ancora parecchi anni per capire con certezza la reale causa dei cambiamenti climatici.

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